I dieci padiglioni da non perdere in #Expo2015 (gli altri 5)

Come promesso continua il viaggio in Expo 2015 con il percorso tra i padiglioni più belli e significativi. Ecco gli ultimi 5 della mia lista dei 10 padiglioni che vale la pena visitare (qui trovate gli altri 5).

Kuwait
Le vele del padiglione del Kuwait colpisco qualsiasi visitatore e – infatti – sono tra le più fotografate di tutto l’Expo, basta curiosare su Instagram. Sono ispirate alla tradizionale imbarcazione locale, il sambuco o dhow, in uso nel Golfo Arabico per la raccolta delle perle.
Appena entrati nel padiglione un video decisamente suggestivo racconta una storia legata alla sostenibilità, all’acqua potabile, alla sfida dell’agricoltura e a quella dell’energia: attraverso immagini che avvolgono il visitatore è possibile ammirare il cielo stellato, il deserto, la vegetazione, la nascita della vita. Interessante anche la parte più interna del padiglione dove vengono presentate le coltivazioni idroponiche tipiche del deserto.

L’aridità del deserto è la costante della vita kuwaitiana, ma grazie alla costruzione di impianti di desalinizzazione – il primo nel 1953 – il paese è in grado di soddisfare qualsiasi necessità di acqua. Inoltre, il paese è impegnato nella sfida all’energia rinnovabile grazie a impianti fotovoltaici e eolici.

Germania
A mio avviso è quello che presenta  più contenuti sia all’interno sia all’esterno del padiglione, sembra un centro della tecnologia e della scienza e ci vogliono ore per poterlo scoprire appieno. Vengono proposti  i concetti legati all’alimentazione del futuro, alla conservazione della biodiversità, all’importanza del clima, dell’acqua e della terra. Il rapporto con la natura è il fulcro del benessere e del futuro del pianeta. Il Giardino delle idee “Fields of Ideas” mette proprio in luce tutto questo e riesce a far percepire come il cambiamento dei propri comportamenti possa contribuire alla sostenibilità.
Il percorso coinvolge grandi e piccoli grazie alla “SeedBoard” ogni visitatore ha tra le mani un suo “campo di idee” per interagire con il materiale esposto e ottenere ulteriori informazioni multimediali.

La visita termina con uno show che prende spunto dalle api “Be(e) Active” grazie al quale i visitatori possono sperimentare un volo sulla Germania visto attraverso  due api in volo, il cui movimento è diretto da un direttore d’orchestra.

Giappone
Ecco il padiglione con più code in assoluto, anche più di un’ora e con lo spettacolo guidato più lungo di tutto l’Expo: ben 50 minuti di intrattenimento.
Per prima cosa voglio sottolineare la costruzione architettonica composta da ben 17mila pezzi di legno incastrati tra loro (e senza nessun chiodo, collante o altro) in modo da lasciar penetrare la luce solare.

A mio avviso lo show è un po’ lungo, ma i giapponesi sono veramente bravi nell’esprimere i cinque sensi. Anche in questo caso (come in Corea) viene sottolineato il concetto di armonia che permette un futuro migliore. È un esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato, nonché un modello per alleviare i problemi mondiali relativi alla fame e all’ecologia.

Le parole chiave sulle quali ruota tutto lo show sono salute e educazione alimentare senza sprechi. Ovviamente non viene dimenticata la tecnologia che è alla base della conservazione, trasporto e distribuzione dei prodotti alimentari.

La visita termina con il ristorante del futuro dove attraverso l’utilizzo delle bacchette è possibile interagire.

Qatar
Ecco un altro paese desertico caratterizzato da distese di sabbia e di dune e dove le sfide per l’acqua, coltivare e trovare cibo sono quotidiane. Il Qatar punta alle tecnologie moderne per garantire un’elevata qualità di vita.

Il  tema  scelto “Seminare sostenibilità, soluzioni innovative per un cibo sostenibile” punta a rappresentare soluzioni creative: dalle serre alla tavola, dai laboratori scientifici alla vita di tutti i giorni il Paese è impegnato a seminare sostenibilità, ovvero a garantire un cibo sano, sicuro e conveniente, attraverso soluzioni che siano socialmente, economicamente e ecologicamente sostenibili.

Il percorso termina con l’albero della vita. Qui girando attorno all’albero è possibile ammirare attraverso immagini suggestive tutto ciò che il paese sta attuando.

Azerbaigian 
Agricoltura, erbe e pesca, allevamento sono i principali attori di questo paese che dimostra di essere aperto al mondo, terreno fertile per le nuove connessioni internazionali, puntando alla protezione del proprio territorio, della biodiversità e della cultura.

Il percorso si snoda attraverso tre sfere di vetro su più livelli che rappresentano tre diverse biosfere: i paesaggi, le nove zone climatiche azerbaigiane, la culture tradizionali e l’innovazione.
Sui tre livelli, collegati da scale mobili, vengono mostrate le risorse naturali, agricole e produttive del Paese.

Al centro, delle lamelle di legno rappresentano la sagoma di un albero rovesciato, una metafora della relazione tra innovazione e tradizione: le radici guardano verso l’alto, prendendo ispirazione dal cielo, per nutrire la visione del futuro e dare vita all’innovazione.
Le pareti lignee ondulate sono il simbolo del vento tipico del territorio azerbaigiano.

Il primo piano è costellato di aiuole colorate per stupire il visitatore della varietà di paesaggi del Paese, così differenti da rendere il territorio uno dei 25 paesi con più biodiversità al mondo.