Ottimizzazione di funzionalità ed estetica, ricerca di essenzialità e innovazione, semplicità di utilizzo ed ergonomia, sostenibilità ambientale e comfort.
Soluzioni intelligenti che evolvono nel tempo creando stili ed emozioni.
In questi giorni si sta svolgendo l’edizione 2015 del Salone del Mobile ed è già possibile tirare un po’ le somme.
La prima impressione è che finalmente la bellezza torni a essere alla portata di tutti: designer e artigiani hanno voluto creare qualcosa che possa entrare nelle case di tutti, proponendo oggetti innovativi a prezzi abbordabili. Si punta sempre più sui materiali ecosostenibili, ma anche sull’arte del riciclaggio. Questo entusiasmante appuntamento ha aperto le porte a tutti, anche a settori considerati un tempo marginali. Quest’anno si sono potuti ammirare, oltre ai classici comparti (arredamento, cucine, bagni…) led, apparecchi illuminanti ma anche “prodotti” elettrici che entrano prepotentemente nelle case dando un grande contributo estetico.
Una cosa è certa: se si parla di semplice funzionalità, nel corso degli anni i prodotti esposti sono rimasti più o meno gli stessi. Quello che è cambiato è il modo in cui questi prodotti sono pensati, i materiali di cui sono costituiti. In altre parole, il loro design.
Ma, osservando meglio, emergono dettagli che fino a non molti anni fa non venivano presi in considerazione, anzi erano quasi nascosti, poiché ritenuti semplicemente utili ma non belli.
Il design è diventato un’autentica missione, un’attività che si è allontanata a poco a poco dal significato di semplice progetto di un oggetto per divenire una sorta di filosofia generale che sta alla base di tutti gli oggetti. Possiamo quindi affermare che il design è una disciplina creativa, una forma d’arte del nostro tempo. È difficile dare una definizione univoca, poiché è un concetto soggettivo. Deve soddisfare un bisogno: eleganza, bellezza, sinuosità, vivacità, semplicità, ricercatezza, emozionalità, colore ecc.
Ecco che lampade, videocitofoni, interruttori, placche, telecomandi e impianti di sicurezza devono necessariamente seguire questi canoni. Pensiamo ad esempio ai punti luce, un tempo anonime placchette in plastica o metallo che servivano a coprire la scatoletta nella quale era installato un interruttore o una presa. Oggi sono motivo di orgoglio tra i produttori, che mettono a disposizione dei progettisti e degli arredatori una gran quantità di modelli, geometrie, profili, materiali e colori: chi, oggi, non sceglie questi particolari sulla base della ricchezza dei dettagli e della varietà delle finiture, quasi lasciando in secondo piano altre caratteristiche – quelle funzionali – altrettanto importanti per ottenere uno charme senza eguali? Ma si scopre che non è così.